
Cilento da Scoprire: 11 posti insoliti da visitare
Alla scoperta del Cilento segreto
Il Cilento รจ una terra antica e per molti versi ancora selvaggia. Questo angolo di Campania custodisce gelosamente tanti piccoli segreti e luoghi nascosti, piccoli tesori che offrono ai piรน curiosi e avventurieri tra i turisti esperienze e scorci indimenticabili. Tra i sonnacchiosi paesi e le verdi e placide vallate si celano tesori nascosti in una natura selvaggia. La storia diventa meraviglia e la natura diventa avventura in quello che รจ in tutto e per tutto un Cilento inesplorato.
Di seguito troverai 11 posti meno conosciuti del Cilento, ma tutti da scoprire.
Roccagloriosa

A cavallo tra il golfo di Policastro e la valle del Mingardo, Roccagloriosa racchiude un piccolo tesoro. Il paesino รจ solo allโapparenza uno dei tanti che caratterizzano la vallata. Oltre trentโanni fa la scoperta del piรน importante sito Lucano ha riscritto la storia del Paese. Abitato fin dallโetร neolitica nel III sec a.C. sulla montagna dove ora sorge Rocca cโera una fiorente cittร Lucana. Lโantica popolazione dellโItalia Meridionale prosperava in questa cittร grazie agli scambi con la vicina Elea. Gli scavi della necropoli hanno portato alla luce il maggior numero di reperti e ci hanno riconsegnato intatti favolosi corredi funerari in oro. Il grado di civiltร e raffinatezza raggiunto dai misteriosi Lucani รจ testimoniato dai favolosi corredi funerari: specchi, fibule e i famosi bracciali serpentiformi che oggi sono custoditi nei due Antiquarium Comunali.
La Pietra del Mulacchio sul Monte Stella

La storia del Cilento รจ spesso monopolizzata da Paestum e Velia. Per importanza storica e archeologica i due siti incantano giustamente i visitatori di tutto il mondo. Ma celato dalla vegetazione sulle montagne, un ancora piรน remoto passato attende solo di essere riscoperto, dimenticato dai cilentani e ignorato dai turisti!
Ogni solstizio dโInverno il miracolo del Sole che rinasce tra le pietre si perpetua indisturbato sul Monte Stella. Qui sorge un antico calendario del III millennio avanti Cristo che le popolazioni proto Appenniniche avevano eletto a Santuario. โLa Pietra del Mulacchioโ (o “Preta ru’ mulacchio“) a prima vista sembra solo un ammasso di rocce, ma avvicinandosi si realizza fin da subito di come non sia lรฌ casualmente, non sia il prodotto dellโerosione di secoli, ma che assomigli piuttosto ad un gigante che racchiude un segreto. ร un Menhir, una pietra eretta dallโuomo primitivo e astronomicamente orientata per collegare cielo e terra nel momento piรน buio dellโanno e scandire il passaggio delle stagioni. I greci arrivati millenni dopo attribuirono la favolosa costruzione a Ercole, mentre con lโavvento del cristianesimo la pietra fu inglobata nella via processionale alla Cappella della Madonna della Stella. Il nome significa โpietra del figlio illegittimoโ. La credenza popolare, preservando il ricordo dellโantica conoscenza celata in queste pietre, vi attribuiva poteri di fertilitร .
Antece

Costa Palomba, nel massiccio degli Alburni, รจ uno dei siti piรน misteriosi del Cilento. Sulla sua sommitร , lโimmagine di un guerriero con lancia e scudo scolpita su un costone roccioso di quasi due metri si staglia fiero a custode della vallata. Dopo piรน di 2000 anni ancora oggi la popolazione del luogo lo chiama โANTECEโ (antico o lโantenato) riconoscendo in quella figura qualcosa di arcaico, ma a cui si รจ in qualche modo collegati. Partendo da SantโAngelo a Fasanella si raggiunge la cima della montagna tramite un sentiero che alterna boschi e prati. Arrivati in cima si apre una visuale panoramica che arriva fino al mare. Il guerriero รจ parte di una struttura piรน ampia andata perduta, si scorgono cinta murarie e un’aria sacra con alcuni pozzi rituali. Lโantico popolo dei Lucani aveva costruito qui una roccaforte di cui il silenzioso guerriero era la Divinitร Tutelare. Le indagini archeologiche hanno rivelato che, molto prima dei Lucani, il sito fosse giร frequentato da popolazione preistoriche, portando alla luce utensili riferibili perino allโuomo di Neanderthal (40.000 a.C.). Il sito quindi sarebbe rimasto un luogo sacro per millenni fino allโarrivo dei Romani. Chi si spinge fino qui sopra ha davvero lโimpressione di essere arrivato in luogo speciale.
Grotta di San Michele Arcangelo a SantโAngelo a Fasanella

Lโantica grotta presso il comune di SantโAngelo a Fasanella, nel cuore del Parco, รจ stata abitata fin dalla preistoria. Con lโarrivo dei Longobardi fu trasformata in santuario rupestre, dedicato al santo protettore di questo popolo guerriero: lโArcangelo Michele. La leggenda vuole che il principe Manfredo, seguendo il suo falcone nella fenditura della roccia abbia scorso le ali dellโArcangelo che rimasero impresse sulle pareti della grotta a eterno ricordo del miracolo avvenuto. Con i monaci Benedettini affreschi, statue, sepolture, maioliche e altari barocchi sono andati a impreziosire la grotta, armonizzandosi con la pietra, con le stalattiti e le stalagmiti. Nel corso dei secoli arte e natura si sono fuse assieme creando un tuttโuno che offre al visitatore uno spettacolo unico nel suo genere.
Grava di Vesalo

La Grava di Vesalo รจ un profondissimo inghiottitoio naturale creatosi nel corso dei millenni per la corrosione della roccia calcarea. La cavitร infatti รจ costituita da un doppio pozzo di 43 e di 100 metri che termina in una galleria caverna in cui il Torrente Milenzio scorre impetuoso creando uno spettacolo di cascate e pozze. Il verde dei boschi di faggi spicca brillante sulle pareti bianche delle rocce calcaree lasciate nude dallโerosione dei secoli. Il sentiero per visitare la Grava parte da Laurino, attraverso il ponte medioevale si addentra nella fitta vegetazione seguendo il corso del fiume Calore. Dalle sorgenti del Gorgonero, un affluente del fiume, si sale fino a raggiungere lo Scanno del Tesoro, un alto costone roccioso, antico covo di briganti. Da qui si apre la profonda valle di Vesalo con la voragine della Grava e offre uno spettacolo senza paragoni sogno di tutti gli speleologi dโEuropa.
Monachesimo Bizantino nel Cilento

A pochi chilometri da Vallo della Lucania, facile da raggiungere e completamente ignorata dal turismo di massa sorgono i resti della Badia di Pattano. Dedicata alla Vergine HODIGITRIA (che mostra il Cammino) รจ lโesempio piรน bello del monachesimo bizantino nel Cilento. NellโVIII secolo d.C. i monaci Basiliani in fuga dalle persecuzioni iconoclastiche dellโimperatore Leone III Isaurico ripararono qui e diedero vita a monasteri, eremi e santuari in cui finalmente le immagini sacre poterono trovare una nuova casa. Se dellโantica badia rimangono solo mura perimetrali e campanile, รจ la connessa chiesa di San Filadelfo con i che sorprende per i suoi affreschi. Tre cicli di pitture, dal X al XIV sec, che costituiscono splendidi esempi di arte bizantini in Italia. Nel museo diocesano sono custoditi i reperti provenienti dalla chiesa tra cui la preziosa statua lignea del Santo ancora perfettamente conservata.
Proseguendo sul sentiero di San Basilio si incontra San Mauro La Bruca. Il paese moderno sorse attorno a un eremo bizantino e nella chiesa principale รจ ancora possibile godere dei bellissimi e singolari affreschi della cupola con la Madonna incoronata da Cristo e dalla Trinitร . Da non dimenticare una visita alla cripta con gli antichi affreschi del martirio di Santa Eufemia recentemente restaurati. Nella vicino San Nazzario infatti sorgeva il monastero piรน importante del meridione, dove prese i voti e operรฒ san Nilo prima della fondazione di Grottaferrata.
La grotta-santuario Madonna della Neve sul monte Cervati

La leggenda vuole che la Madonna della Neve sia sempre stata in questo luogo, celata nel profondo di una piccola grotta sulla cima del monte Cervati, il piรน alto della Campania. Qui la trovรฒ un cacciatore seguendo una colomba e braccato da un branco da lupi. La notizia del ritrovamento fece presto il giro dei paesi e la cappella naturale con la miracolosa icona divenne oggetto di venerazione. Si puรฒ salire dal comune di Sanza o da Piaggine, la natura selvaggia e i fenomeni naturali regalano una sorpresa dopo lโaltra rendendo la salita una piccola avventura. La folta vegetazione dopo la โpiana del Peroโ lascia lo spazio solo alla nuda roccia e al silenzio regalando panorami di rara bellezza. Non molto distante si trovano la cosรฌ detta โneveraโ, inghiottitoi carsici depositi di neve perenne. Se siete nei paraggi alla fine di luglio non potete perdervi la singolare festa della Madonna della Neve di Sanza. Da millenni, i devoti nella notte del 25 luglio portano a spalla attraverso i boschi una copia lignea della madonna fin sul monte Cervati. Qui risiederร per 10 giorni fino a quando allโalba del 5 agosto verrร riportata in processione per dare solenne inizio alla festa patronale.
Oasi di Morigerati

LโOasi di Morigerati รจ uno di quei luoghi dove lโuomo non sembra mai arrivato. Arrivando da Caselle in Pittari si raggiunge il comune di Morigerati. Scendendo una lunga gradinata che parte dal castello medioevale si scende nel profondo canyon scavato dal fiume Bussento, che dopo 4 km di percorso sotterraneo ritorna in superficie creando un paesaggio e un microclima unico al mondo. La biodiversitร di questo luogo ha fruttato il riconoscimento di oasi WWF come patrimonio mondiale unico nel suo genere. La vegetazione varia scendendo verso le grotte passando da lecci a muschi, da felci fino a 27 specie di orchidee spontanee che crescono solo qui. Il percorso di trekking naturalistico parte da Morigerati e arriva fino alla grande grotta alta 20 metri dove รจ possibile attraversare il fiume su un ponte di legno. Un equilibrio perfetto tra fauna e flora, acqua e rocce di fronte a cui si puรฒ rimanere solo attoniti spettatori.
Teggiano

Teggiano si staglia su uno sperone roccioso che domina il Vallo di Diano. Racchiusa nelle sue mura medioevali, incute ancora oggi timore e rispetto. Il suo castello, il preferito dai Principi di Salerno, aveva fama di essere inviolabile e durante i numerosi assedi diede prova di esserlo davvero. Fu proprio tra queste mura che i San Severino ordirono la congiura dei baroni contro il Re di Napoli. Il centro storico รจ ancora caratterizzato da stradine medioevali (le CARRARE in dialetto locale), portali e stemmi di famiglie nobili: testimonianze dellโimportanza che Teggiano, o Diano come era chiamata nel medioevo, ricopriva come centro economico e culturale. Ad agosto 3 giorni di festa celebrano con fasto e accuratezza storica l’antico passato della cittร rievocando il matrimonio della principessa Costanza di Urbino con il Principe di Salerno. La parata storica che rievoca il corteo nuziale che accompagnรฒ la principessa data in sposa al Signore di Diano, riempie il centro storico del paese tra specialitร enogastronomiche medioevali e giocolieri di strada e per tre giorni lโanno Teggiano torna allโantico splendore.
Il ponte di Laurino

Laurino รจ uno di quei posti in cui il Cilento Antico รจ ancora vivo. Il suo glorioso passato si scorge nei resti di questo borgo che nel medioevo era il centro piรน popoloso del Cilento interno. Ai piedi dallโabitato si incontra il ponte medioevale a dorso dโasino. Eโ negli anni oscuri del medioevo che รจ stato costruito questo stupendo gioiello della tecnica che lโimmaginazione popolare, nella sua incredulitร , attribuรฌ allโopera del Diavolo. La passeggiata che da Laurino porta al ponte ripercorre il sentiero dei mercanti medioevali che seguivano la via del Sale e del Grano fino al paese e degli anacoreti insediatisi nella zona agli albori del cristianesimo, la cui capostipite Elena santa e patrona di Laurino (530 a.C.) รจ ancora viva nel fervore e nella devozione popolare.
Rafting sul Tanagro

I viaggiatori piรน avventurosi non possono farsi mancare una delle esperienze piรน adrenaliniche che il Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano e Monti Alburni possa offrire: il rafting sul fiume Tanagro. Il fiume, lungo 92 km nel tratto che va da Auletta a Padula segue ancora il suo percorso naturale e grazie alle acque sotterrane provenienti dalle Grotte dellโAngelo diventa ancora piรน impetuoso, una serie di piccole cascate e anse piรน tranquille. Il verde della vegetazione che incornicia splendidamente questi 5 km di fiume, rende la discesa in gommone una vera avventura. Le stesse acque impetuose alimentano โil Velo della Sposaโ la cascata naturale piรน alta dโItalia, altro spettacolo imperdibile.